STRUTTURE RIABILITATIVE - VILLA BLU



Con un progetto pilota sul territorio nazionale, la A.S.P. n°5 ME (in partneriato con il Consorzio Diapason) a mezzo della Cooperativa Genesi realizza nel luglio del 2000 la Struttura Abitativa Riabilitativa (St.A.R.) Villa Blu.

La novità dell'iniziativa risiede sia negli aspetti organizzativi sia di contesto relazionale.

Si tratta infatti di una casa alloggio protetta, con una capienza di ospiti molto bassa: quattro uomini e due donne.

Ciò garantisce, da un lato un servizio capillare ed efficiente e dall'altro inserisce gli utenti in un contesto non più ospedaliero e meramente assistenziale, ma si offre loro un soggiorno ricco di scambi relazionali, inseriti in una cornice che riproduce fortemente un clima ed uno stile di vita di tipo "familiare", che facilita anche il compito degli operatori, nel portare avanti i progetti riabilitativi individuali.

Villa Blu è immersa all'interno di un parco di 50.000 mq, che ospita diverse strutture tra cui il centro sociale Oasi ed i ragazzi del progetto reinserimento al lavoro.

All'ingresso della villa, si è accolti da un bel giardino con panchine di legno, dove nelle giornate di sole, gli ospiti hanno la possibilità di passeggiare e rilassarsi.

L'interno è curato fin nei minimi dettagli, favorendo la concretizzazione dell'ipotesi che il lusso possa essere in qualche modo anche terapeutico.

La cucina è quella di una bella casa di campagna, calda ed accogliente, come del resto le stanze da letto, che oltre ad essere dotate di aria condizionata, ospitano un massimo di due utenti



Nel salone, ci si può comodamente sedere su due divani in pelle e guardare la tv od ascoltare della piacevole musica di sottofondo.

Questo nuovo stile di vita, bucolico ed empatico, ha permesso ai nostri utenti, tutti provenienti dall'ex ospedale psichiatrico "Mandalari" di Messina, di acquisire, nel giro di poco tempo, competenze precedentemente impensabili.

Nel manicomio non si abita, si sta in un luogo costruito, strutturato, organizzato intorno al controllo della pericolosità presunta del "malato di mente", insieme a gruppi di persone con cui si è costretti a convivere, in spazi chiusi e regolamentati da altri.

L'abitare ha a che vedere non solo con lo stare in un luogo, con l'avere dimora, ma anche con l'insieme delle norme che regolano la convivenza, con l'insieme dei rapporti e delle relazioni che in quel luogo si instaurano e con gli oggetti che vi sono contenuti.

Da parte nostra, si è tentato, di mettere in risalto il concetto fondamentale secondo cui, il portatore di handicap, è un uomo pari agli altri, con gli stessi identici bisogni, affetti, pulsioni, desideri, capacità di soffrire, ma che, per poter vivere come gli altri, ha bisogno del loro aiuto e sostegno, non di pietà e di elemosina, atteggiamento che, senz'altro, non favorisce la crescita psico–sociale della persona.

Occorre, pertanto, mettere in risalto il fatto che il portatore di handicap psichico venga messo nelle condizioni di poter effettivamente esprimere tutte le potenzialità, sia sul piano intellettivo che su quello fisico, sì da potersi presentare al meglio delle sue possibilità con tutti i suoi pregi e difetti.

Si cerca di istaurare tra gli operatori e gli ospiti un rapporto che vada al di fuori dell'ambito lavorativo, un rapporto interpersonale, che superi gli schemi prefissati, che faccia sentire agli ospiti di vivere non in un ambiente ospedaliero ma in un ambiente fondato su principi umani e sociali.

Gli ospiti di Villa Blu, consumano i pasti intorno al tavolo della sala da pranzo, creando un momento di convivialità che prima d'ora probabilmente non hanno mai sperimentato, in quanto tutti provenienti dall'Ospedale Psichiatrico Mandalari, che non poteva erogare uno standard di servizio riabilitativo adeguato alle loro esigenze.

Le loro patologie, hanno in comune il ritardo mentale grave, nella maggior parte è presente un deficit del linguaggio, due presentano gravi problemi motori e deambulano con l'ausilio della sedia a rotelle.



Quando i soggetti sono entrati nella nuova struttura, avevano gravi disabilità in tutte le aree e necessitavano di assistenza continua per i comuni atti della vita quotidiana.

In questi anni, si è riusciti ad ottenere esiti che messi in relazione alla gravità delle patologie, un tempo, sarebbero risultati chimere irraggiungibili.

La grande intuizione è stata quella di aver voluto creare, attraverso la casa un contenitore nuovo, che accoglie e fa vivere insieme, una squadra a sua volta nuova, composta da utenti ed operatori.

Questi ultimi, costituiscono quella cerniera umana che unisce e fa interagire il gruppo dei pazienti con la struttura abitativa, creando un insieme che, citando Watzlavick, è più della somma delle sue parti.

La Cooperativa Genesi eroga il servizio avvalendosi della collaborazione di ausiliari, educatori e volontari coadiuvati dal personale medico ed infermieristico dell' A.S.P n° 5 ME.

La struttura comunitaria ha come caratteristica peculiare quella di essere fatta dalle persone.

Possiamo, dunque, affermare che non si tratta di una macchina in grado di andare avanti da sé come la grande istituzione, poiché è unicamente affidata allo "scheletro" che gli operatori riescono a darle.

Il barometro della vita di Comunità, il suo polso vitale sono gli operatori che la compongono, non solo nel complesso ma anche nei singoli turni.
Questo é un elemento di fragilità ma potenzialmente anche di grossa creatività
.

Svolgiamo il nostro lavoro, partendo da un semplice assunto fondamentale:
che chi sta male di mente non ha colpa, non ha peccato, che ci deve essere una sofferenza antica alla base di tutto questo, qualcosa di indicibile, non condivisibile a priori per il paziente, che il più delle volte é stato lasciato o non ha mai avuto vicino i suoi affetti più cari.

Questo é il nostro bagaglio e grazie a ciò lavoriamo ogni giorno.

"Villa Blu"
c/da Sorgente (Archi)
98044 S. Filippo del Mela (ME)